Cilento a tavola

Pippo Greco – nuova entrata nel panorama vitivinicolo Cilentano

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“Ciliento, è nù paccio chi nun crere int’a sta terra”

Mi permetto di aprire l’articolo di quest’oggi citando una bellissima frase che ho trovato sulla brochure dei vini dell’azienda agricola Pippo Greco; una frase che potrebbe essere assunta anche come manifesto per rappresentare tutti coloro che lavorano da anni nel nostro territorio per promuoverlo e valorizzarlo. Da oggi ben ventitré aziende che, con impegno e sacrificio, portano avanti la cultura enologica Cilentana potendo vantare circa cento etichette nell’ottica del “km 0”. L’azienda è ubicata in una zona di Agropoli che può pregiarsi del gemellaggio con la collina rigogliosa di Punta Tresino; la baia di Trentova. Questa si potrebbe dire che è una zona molto influenzata dalla rinfrescante brezza marina e, allo stesso tempo, protetta sul lato dalla macchia Cilentana che forma una sorte di microclima o “crù”. La linea aziendale promuove naturalmente i vitigni candidati tra un centinaio di anni a diventare gli “autoctoni del Cilento” : Fiano e Aglianico. Quindi AcquaViva (un aglianico Paestum IGP), AcquaChiara, (Fiano del Cilento DOP), AcquaRosa (Paestum rosato) e Salecaro (Aglianico del Cilento DOP). Io ho avuto modo di saggiare in questo giorni l’AcquaViva e L’acquachiara, trovandovi tutti i canoni organolettici che contraddistinguono la conduzione enologica nel Cilento. L’Aglianico mostra subito il suo carattere con un colore cupo ma molto vivace, soprattutto con dei riflessi porporeggianti che delineano la sua vigorosa giovinezza; olfattivamente le spezie aiutano ad ampliare la frutta rossa tondeggiante e fresca e, con briosi movimenti nel bicchiere, si possono evincere anche delle note di violetta univoci. Nel Palato risulta essere molto fresco, suggerendoci che probabilmente ancora deve raggiungere la maturità per esprimere al meglio le sue sfumature organolettiche. Ma se l’Aglianico dimostra ancora di non esser del tutto pronto, il Cilento Fiano è decisamente nella giusta fase di maturazione. Il giallo paglierino del suo colore preannuncia immediatamente le note di fieno e pesca che si evincono sottoponendo il vino al nostro esame olfattivo. Dandogli qualche minuto di ossigenazione, le sensazioni precedenti si trasmutano in delicati profumi di camomilla e melone, tipicamente sentori che accompagnano i grandi vini aromatici e che iniziano a contraddistinguere la produzione di Fiano nel Cilento del 2013. Fresco e sapido nel palato ricorda immediatamente le terre da dove proviene, lasciando sulle nostre labbra la stessa salinità che si forma quando passiamo diverse ore sulla battigia della Baia di Trentova. In conclusione un’azienda che appena immessa nel mercato sembra avere ottime carte da giocare in una fascia di prezzo veramente appetibile per i consumatori, portando avanti l’insegna del MADE IN CILENTO.

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